App al servizio della Nutrizione: il parere dei professionisti
Nota della redazione ISB a cura della Dott.ssa Francesca Passannanti, Biologa Nutrizionista
(da una lettura di Vasiloglou M, Christodoulidis S, Reber E, Stathopoulou T, Lu Y, Stanga Z and Mougiakakou S. What Healthcare Professionals Think of “Nutrition & Diet” Apps: An International Survey. Nutrients 2020, 12, 2214; doi:10.3390/nu12082214)
E’ in crescita costante il numero di app e software che consentono un monitoraggio delle calorie e dei macronutrienti assunti. Tali strumenti possono essere utilizzati sia da utenti non professionisti che in maniera “autodidadatta” cercano di controllare le proprie abitudini alimentari, sia da professionisti del settore che se ne servono nell’anamnesi alimentare con un vantaggio legato alla possibilità di evitare la distorsione legata al ricordo. Gli approcci alla base sono sostanzialmente di due tipi: manuale, nel caso in cui l’utente debba inserire il tipo di cibo e la porzione, oppure automatico se il sistema, attraverso l’intelligenza artificiale, è in grado di riconoscere il cibo e la quantità. In entrambi i casi, mediante collegamento a database di composizione nutrizionale, il dispositivo restituisce informazioni su calorie e solitamente macronutrienti.
Ma cosa ne pensano i professionisti del settore?
Con lo studio di Vasiloglou et al., recentemente pubblicato sulla rivista Nutrients, si è cercato di dare risposta a questa domanda.
Lo studio è incentrato su un sondaggio, accuratamente studiato nelle sue domande, inviato a professionisti (dietisti, nutrizionisti, medici e infermieri che si occupano di pazienti con malattie legate all’alimentazione), reclutati in tutto il mondo.
Tra i risultati si evince che meno della metà dei partecipanti (il 45,4%) raccomanderebbe l’utilizzo di una app di “Nutrizione e Dieta”. A raccomandarla sono principalmente professionisti del Nord America o dell’Oceania, piuttosto che europei; gli infermieri, piuttosto che i nutrizionisti e i medici. Fattore influente sembrerebbe anche l’anzianità in termini di esperienza sul lavoro: i più anziani sembrano meno propensi a far utilizzare queste app.
Perché molti non raccomandano simili app?
- Per problemi linguistici o culturali: molte app non sono tradotte nella lingua del paese o non presentano alimenti locali (pensiamo ai paesi Africani e Asiatici);
- per inadeguato status socio-economico o culturale dei pazienti;
- per età (per es. infanzia) o condizioni di salute (per es. ritardo mentale o disturbi alimentari) dei pazienti, inadeguate all’utilizzo di simili device;
- per la necessità di mantenere una interazione umana;
- per una scarsa credibilità e affidabilità delle app.
Agli operatori sanitari che invece raccomanderebbero una app di “Nutrizione e Dieta” è stato chiesto in cosa si riconoscano insoddisfatti, e tra le principali risposte troviamo:
- troppa attenzione delle app alla perdita di peso e non a una valutazione delle abitudini volta ad incentivare un cambiamento;
- imprecisione sul contenuto dei nutrienti e mancanza di informazioni relative ai micronutrienti;
- poco coinvolgimento dei pazienti nell’uso quotidiano;
- poco compatibili con modelli alimentari non occidentali.
Sembrerebbe quindi necessaria qualche implementazione alle app attualmente esistenti, anche considerando che gran parte dei partecipanti al sondaggio afferma di poter consigliare, in futuro, l’uso di una simile tecnologia. Non sarà necessario aspettare a lungo, dati gli enormi e rapidi passi fatti dalla ricerca in tal senso. Un importante aiuto per gli sviluppatori potrebbe essere il rivolgersi agli operatori sanitari in ambito nutrizionale, proprio come fatto dagli autori dello studio preso in esame.