Lo zenzero: un rimedio per molti mali?
Nota della redazione ISB a cura della Dott.ssa Francesca Passannanti, Biologa Nutrizionista
Lo zenzero è un rizoma, comunemente impiegato come spezia e integratore ma anche come rimedio a molti disturbi comuni, quali ad esempio la nausea o il dolore.
Ma può lo zenzero essere davvero un rimedio? E per quali condizioni?
Da reviews è emerso che lo zenzero può avere molteplici effetti, come ridurre la nausea o l’infiammazione. Ma esaminiamo più in dettaglio e per categorie le diverse funzioni attribuite a questo rizoma.
Funzione antiemetica:
Sembra accertato il ruolo dello zenzero nel ridurre nausea e vomito in gravidanza. Addirittura un dosaggio inferiore ad 1,5 g darebbe effetto comparabile ad alcuni farmaci come piridossina, metoclopramide o dimenidrinato.
Altri studi si sono interessati invece di capire l’effetto potenziale dell’assunzione di zenzero nel contrastare nausea e vomito indotti da chemioterapia: sebbene venga dimostrata una prevenzione ed alleviamento nei trattati rispetto al controllo, i risultati sono contrastanti, e andrebbero approfonditi. Stessa considerazione si può fare per la nausea ed il vomito post-operatori.
Funzione gastrointestinale:
Molteplici studi hanno indagato l’efficacia dello zenzero sullo svuotamento gastrico e sull’aritmia: sebbene i risultati siano promettenti, esiste troppa variabilità tra gli studi.
Altri 4 studi hanno invece valutato il ruolo del rizoma nella riduzione del rischio di cancro colon-rettale: non c’è una valutazione diretta sull’incidenza o la sopravvivenza, ma in tutti e 4 gli studi clinici si è osservato un miglioramento dei fattori di infiammazione, della proliferazione, della differenziazione e apoptosi durante il trattamento con 1-2 g di zenzero.
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Funzione analgesica:
Nella dismenorrea lo zenzero sembra avere effetto simile ad acido mefenamico, ibuprofene, e zinco solfato nel dare sollievo dal dolore. La dose di zenzero assunto nel trattamento variava tra 750 e 1500 mg al giorno. Per quanto riguarda invece l’effetto sul dolore muscolare i risultati sono molto contrastanti.
Funzione antiinfiammatoria:
Molto investigato l’effetto anti- infiammatorio in malattie legate all’artrite: si è osservato un significativo miglioramento (con riduzione delle citochine pro-infiammatorie) nei trattati rispetto al gruppo di controllo. Tuttavia, gli studi dovrebbero essere approfonditi, considerando che la popolazione analizzata era piccola in tutti e che tra essi vi era enorme variabilità sia in termini di dose (da 15 a 750 mg) che di durata del trattamento(da 3 a 12 settimane).
Miglioramento metabolico:
Sono state osservate diverse modifiche biochimiche a parametri legati al diabete mellito di tipo 2: riduzione della glicemia a digiuno, dell’emoglobina glicata (HbA1c), della sensibilità all’insulina e della resistenza all’insulina.
Anche sul profilo lipidico, sui marker infiammatori e sugli antiossidanti c’è effetto: riduzione della proteina C reattiva, dei trigliceridi, del colesterolo LDL.
Lo zenzero sembra anche contribuire alla riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari come massa grassa, percentuale di grasso corporeo, colesterolo totale, circonferenza vita, rapporto vita-fianchi e resistenza all’insulina.
Infine, sembrerebbe che l’assunzione di zenzero possa associarsi a riduzione della pressione arteriosa, con potenziale effetto protettivo da ipertensione e malattie coronariche.
Altre funzioni:
Lo zenzero ha ridotto efficacemente la durata della ventilazione meccanica e la durata della degenza nel reparto di terapia intensiva nei pazienti con ARDS ed ha anche migliorato i sintomi asmatici; ha dimostrato una significativa riduzione della perdita di sangue mestruale in ragazze dai 15 ai 18 anni con ciclo abbondante; il trattamento con lo zenzero ha aumentato significativamente il volume del latte prodotto a partire dal terzo giorno dopo il parto rispetto al placebo.
Molte sono quindi le evidenze sulle potenzialità dello zenzero, sebbene gli studi andrebbero approfonditi, incrementando le dimensioni della popolazione e riducendo l’eterogeneità.
Bisogna infine tenere in conto anche dei possibili effetti avversi dell’assunzione di zenzero: è vero infatti che un componente vegetale può avere un impatto inferiore rispetto ad un farmaco ma questo non esclude la possibilità di eventi avversi, come l’interazione con farmaci o problemi digestivi, già riportati in qualche studio per lo zenzero.
Bibliografia
Nguyen Hoang Anh et al. Ginger on Human Health: A Comprehensive Systematic Review of 109 Randomized Controlled Trials. Nutrients 2020, 12, 157; doi:10.3390/nu12010157
Ryoiti Kiyama. Nutritional implications of ginger: chemistry, biological activities and signaling pathways. Journal of Nutritional Biochemistry 86 (2020). https://doi.org/10.1016/j.jnutbio.2020.108486